Secondo piano

Piano delle arti teatrali e della danza.

Sala delle mille bolle

E’ il richiamo alla leggerezza ed eleganza della danza dei ballerini e ballerine. I colori tenui, azzurrini/verde mare e trasparenti delle onde e delle bolle di sapone immettono in un’atmosfera di sollievo e di piacevolezza. Camminare e danzare su quel tappeto speciale che copre il pavimento della sala, si genera una sensazione di alleggerimento e pace interiore, trasmessa quasi in segreto e misteriosamente dall’insieme dello spazio, degli specchi e dell’ordine, c’è il pianoforte e qualche volta anche il pianista per rendere ancora più piacevole il suono e la danza. Anche per progettare le decorazioni di questa stanza era importante tener conto della funzione della stanza stessa. Una palestra in cui si danza, si fa ginnastica e ci si rilassa, non si poteva decorare con colori e forme troppo invadenti e forti, per cui si optò per una decorazione leggera e monocromatica, e soprattutto senza figure, le quali riflettendosi nei grandi specchi che occupano un’ intera parete avrebbero potuto disturbare le danzatrici. Pensando alla danza, ai suoi movimenti dolci e delicati e alla musica classica, venne naturale concepire una decorazione altrettanto dolce e sinuosa che potesse accompagnare le danzatrici nei loro movimenti… si scelse così come colore un delicato turchese, steso in modo molto leggero, che creasse delle allegre e morbide onde, delle spirali e dei giochi curvilinei che correndo lungo tutto il perimetro, accompagnate da trasparenti bolle di sapone color perla, paiono danzare a suono di musica. Il progetto è di Maria Cemmi, realizzato in collaborazione con Moira Maffeis, e Nicola Fedriga.
Data di inizio: 31 Ottobre 2007.

Sala Arlecchino

Chi ama recitare, o imparare a farlo, trova in questa aula un piacevolissimo angolo di fantasia teatrale, con i personaggi e tendaggi che richiamano il palcoscenico, il pubblico, le maschere, la danza, la musica.. e naturalmente l’Arlecchino. La decorazione di questa particolare stanza, concepita per le prove degli attori teatrali, fu un’ occasione per gli artisti di sbizzarrirsi e pescare dall’immaginario della recitazione italiana personaggi famosi e divertenti, protagonisti da sempre delle migliori commedie italiane. Il progetto di Daniele Fabiani prevede infatti questi personaggi, nascosti dietro finti e colorati tendaggi, che spiano, guardano, ammiccano, fanno linguacce, come fossero dietro le quinte di un palcoscenico e aspettassero emozionati di entrare in scena. Ovviamente tra loro non possono mancare le celeberrime figure di Arlecchino e Pulcinella, ma anche pagliacci variopinti e maschere varie, alcune delle quali liberamente inventate dagli artisti e in alcuni casi riproducenti i loro stessi volti camuffati e truccati. Ad un certo punto, sulla parete opposta alle finestre, i tendaggi si aprono leggermente a rivelare la platea di un ipotetico pubblico che attende l’entrata in scena dei personaggi. In questo modo gli attori che utilizzano la stanza per le prove di recitazione si sentono coinvolti dallo scenario dipinto perché è come se fossero loro stessi gli attori che il pubblico scorge dai tendaggi scostati e aspetta di veder entrare in scena. Progetto di Daniele Fabiani, realizzato da Moira Maffeis, Daniele Fabiani, Claudio Cretti, Maria Cemmi e Nicola Fedriga.
Data di inizio: 4 Ottobre 2007.

Sala Raffaello

E’ la sala dei docenti dell’Accademia, per un incontro piacevole, per riunioni, o semplicemente un posto ove depositare i propri libri e fare qualche ricerca via internet. L’aula prende il nome di Raffaello perché sulla parete centrale è riprodotto il famoso dipinto, in disegno, della “Scuola di Atene”. La decorazione si presenta alquanto austera, monocolore, con frasi in diverse lingue che ricordano la missione del docente: l’insegnamento. Accanto all’aula c’è un romantico balconcino che lascia vedere da una parte “La scala della vita”, e dall’altra il meraviglioso panorama camuno della Concarena e Pizzo Badile. E’ uno squarcio di infinito veramente meraviglioso e sensazionale. In quest’aula gli insegnanti devono decidere, discutere, scambiarsi idee e opinioni… Si è pensato quindi di utilizzare un solo colore, il blu, per rendere leggere e rilassanti le pareti. Una rivisitazione del colossale affresco “La scuola di Atene” di Raffaello dipinta a schizzo investe la parete principale della stanza, seguito poi da tratti di metafisica ripresi da De Chirico, per poi concludersi con alcuni elementi di architettura, matematica e geometria come la “Sezione Aurea” e il “Teorema di Pitagora”. Nella zona dello scaffale sono state scritte alcune parole significative nelle varie lingue del mondo, in quanto si tratta di una scuola multietnica, in modo che anche l’insegnante possa avere qualche spunto di riflessione. Progetto di Moira Maffeis, realizzato in collaborazione con Maria Cemmi.
Data d’inizio: 16 Maggio 2008.